Descrizione
“Language: no broblem” esplora il multilinguismo attraverso un viaggio tra geografie, voci e immaginari. Quando parlare più di una lingua diventa una bussola, emergono le dinamiche di potere sottese. Come s’intrecciano nella mente, in un contesto oppressivo? La performance segue la storia di un viaggio in treno in Belgio e degli incontri vissuti dalla protagonista. La sua narrazione incrocia quelle dei membri della sua famiglia, che vivono sotto occupazione. Le loro voci raccontano del rapporto con l’arabo palestinese, la loro lingua madre, in relazione all’ebraico, lingua ufficiale dello Stato in cui vivono. Emerge così uno degli sforzi spesso taciuti dal colonialismo: il lento e progressivo meccanismo che, attraverso le generazioni, assicura la supremazia della lingua del colonizzatore sulla lingua nativa. Marah Haj Hussein rivela le forme stratificate di pressione, violenza e dominio che una lingua può esercitare su un’altra, trasformandola e alterandola costantemente. Con umorismo, rabbia e amore, la performance abbraccia i limiti della traducibilità di una lingua per riflettere sui processi di resistenza.
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